sabato 7 aprile 2012

Un Letto di Chiodi

Ma non si farà male? Il fachiro lascia davvero la bocca aperta:sistema  sistema il suo bel tappetino di chiodi lunghi dieci centimetri o di cocci di vetro,e ci cammina sopra a piedi nudi con la stessa tranquillità con cui noi cammineremmo sulla sabbia o su un tappeto di lana.Con i chiodi si costruisce anche un letto per comodi riposini e per aumentare l’effetto si sistema sulla pancia  un paio di valigioni da un quintale e mezzo,oppure invita due persone del pubblico a sedersi sul suo corpo!E tutto questo senza ferirsi e sentirsi male.Il segreto è una disciplina antichissima che viene dall’Oriente:occorre un duro allenamento fatto di meditazione e perfetta immobilità.
RIGOROSAMENTE DA NON IMITARE
Sono chiamati fachiri anche gli in cantori di serpenti e i mangiatori di spade,che si infilano in gola lunghe lame appuntite.
Il termine fachiro deriva dall’ arabo “faquir”che indicava in origine un musulmano che aveva fatto voto di povertà.Poi è passao ad indicare un induista  che attraverso duri esercizi del corpo(per esempio stare immobile per anni su una gamba sola…)aspirava a raggiungere la santità.
UN TAPPETO DI COCCI
Il fachiro si prepara per il suo numero:prende un panno pieno di cocci di bottiglia,lo apre su un tappeto,poi mostra agli spettatori una bottiglia ancora intera,la avvolge nel panno con gli altri gocci,e e giù martellate,fino a ridurla in pezzi.Toglia il collo e il fondo della bottiglia (troppo pericolosi),invita il pubblico al silenzio e inizia la passeggiata…

Il Cappello


Ad un certo punto nella maggior parte degli spettacoli di strada giunge il momento i fare il cappello, di chiedere agli spettatori di dimostrare anche con un compenso in denaro l’eventuale gradimento per ciò che hanno visto La parola inglese corrispondente all’operazione di fare cappello e busking Abbiamo scelto la formula a cappello come funzione della morfologia non perche sia l’unica esistente, ma in quanto ci sembra la più autentica, quella pura legata alla tradizione, che spinge l’artista, per motivi di sopravvivenza oltre che per sfida, a confrontarsi direttamente con il pubblico per instaurare quel rapporto che sta alla base dello spettacolo. Le forme alternative al busking, prevedono la stipula di un contratto formale tra gli artisti e un ente, che può essere un comune, l’organizzazione di un festival, una pro loco o un azienda di promozione turistica, un associazione di commercianti che ingaggiano l’artista o la compagnia per intenti vari, che possono andare da quelli di tipo genericamente politico, alla riqualificazione urbana, alla promozione commerciale; in ogni caso ci sembra che il rapporto con il pubblico sia, in questi casi, se non in autentico almeno mediato, una versione spuria della formula a cappello.Come detto in precedenza, il cappello è un momento molto importante, lo scopo della rappresentazione dal punto di vista dell’artista che vive del suo lavoro, per cui, occorre non dimenticarlo, lo spettacolo è una professione. In un intervista Leo Bassi ha dichiarato a questo proposito : 
Per me questa storia dei soldi è molto importante, perché è la base dello spettacolo.C’è uno scambio e, in fin dei conti, i soldi sono un modo per quantificare gli scambi fra le persone…. Se il flusso c’e allora arrivano anche i soldi. Non mi importa di sapere quanto guadagno, ma sono contento di saperlo perche vuoi dire che lo spettacolo è buono (Bassi in Balsimelli-Negri, 1982, 36) 
Il cappello può essere fatto sia durante lo show sai al termine. E curioso notare che negli Stati Uniti i Busker fanno cappello prima dell’inizio dello spettacolo, quasi sulla fiducia. Il momento migliore dovrebbe essere verso la fine dello spettacolo, poco primo o poco dopo il raggiungimento del climax, della massima intesa con il pubblico. Gli artisti esperti hanno in repertorio qualche introduzione comica o comunque pertinente allo spettacolo per il cappello, mentre secondo alcuni può essere utile fare cenno al cappello durante lo spettacolo stesso, per renderlo più familiare,   “umanizzarlo” un pò. Nell’intervista già citata Bassi propone la sua tecnica per il cappello:
….Quello che bisogna fare e dirlo subito, all’inizio dello spettacolo: siete qui per darmi dei soldi. La mia arringa comincia cosi:”vedete, questo è il piccolo circo del mondo. non ci sono biglietti. Vado a  farmi quaranta minuti di spettacolo. Voi siete intelligenti, lo sono anch’io. Sapete che sono qui per guadagnarmi da vivere”.Dichiaro subito il mio gioco e dico:” vedete che non ci sono ne biglietti ne recinti.Quindi, non posso controllare i soldi che mi darete. È semplicemente una questione d’onore. (Bassi in Balsimelli-Negri, 1982, 35)
 È evidente che la tipologia di uno spettacolo di strada a cappello e di uno spettacolo di strada a contratto risultano alquanto differenti: innanzitutto vi è una diversità nella durata dello spettacolo, in quanto nel primo caso lo spettatore assiste alla perfomance senza aver avuto un preavviso, essendo per lo più distratto dalle sue occupazioni del momento, per cui la durata dello spettacolo è opportuno che non superi i quindici venti minuti, tempo fisiologico di sosta del passante secondo la maggior parte degli artisti di strada, superato questo tempo è assai difficile trattenere gli spettatori, rischiando per tanto di vedere allontanare gli spettatori prima che abbiano pagato. Nel caso dello spettacolo a contratto, invece è possibile assistere a perfomance di durata superiore, in genere di mezz’ora/quaranta minuti, tranne nel caso delle grandi parate.Va comunque detto che anche nel caso di uno spettacolo a contratto può verificarsi che gli artisti, al termine della rappresentazione, passino con il cappello, fatto che sta a testimoniare che lo spettacolo a cappello costituisce per gli artisti medesimi la versa formula dei spettacolo di strada.Talvolta artista e committente contrattano il cachet a seconda che ci sia o meno la possibilità di fare cappello.

Facciamo Cappello

Per fare cappello non sempre si usa.... Un cappello , ma un contenitore buffo e originale che diventa a sua volta un momento dello spettacolo. Ecco che alcuni spiritosi saltimbanchi utilizzano un cilindro, un secchiello, una carriola,una valigetta, uno scolapasta, un annaffiatoio, un vaso da fiori. E voi, che cappello scegliereste?
In inglese fare cappello si dice busking, e gli artisti di stradali chiamano buskers.
Per assistere ad uno spettacolo di strada non occorre pagare in anticipo un biglietto come accade a teatro, al circo, al cinema, alle mostre.....che sia un giocoliere, un funambolo, un clown o un mangiafuoco, alla fine del suo numero l' artista invita il pubblico rimasto ( ci sono anche spettatori distratti che gettano solo un' occhiata all' interno del cerchio e che si fermano pochi minuti) a lasciare in un cappello un compenso per il suo spettacolo. C' é chi lascia solo pochi centesimi, e chi dimostra con una bella somma ( oppure con una banconota) di aver apprezzato molto l' abilità dell' artista.
Sapete perché c' é tanta gente a questo spettacolo? Perché non si paga il biglietto! E' peró obbligatoria un' offerta....non obbligatoria.
Quindi, per chi non vuol pagare alla fine dello spettacolo c' é un' altra possibilità: andarsene subito!!!
A chi é piaciuto 10 euro e a chi non é piaciuto....100 euro!
Cosi vi promettiamo che ce ne andremo via subito e non ci rifaremo piú vedere!!!
A fine giornata arriva per l' artista di strada il momento di raccogliere il suo cappello: all' interno, oltrea monete e banconote, trova sempre alcuni oggetti curiosi. Penny, yen, centesimi di dollaro se tra il pubblico c' erano turisti inglesi, giapponesi o americani...., ma anche scontrini della spesa, biglietti con numero di telefono, gettoni per il carrello della spesa, vecchi gettoni telefonici, bottoni.... Spettatori burloni o un pó maleducati?
Fare cappello é spesso l' unico modo con cui gli artisti di strada ottengono un pagamento per il loro spettacolo. Negli ultimi anni, con il moltiplicarsi dei festival di teatro di strada, e delle manifestazioni che i comuni, grandi e piccoli, organizzano in occasione delle festività, sagre e fiere, capita che gli artisti di strada ricevano un compenso dagli organizzatori delle manifestazioni.
Altre volte gli artisti di strada vengono ingaggiati dai privati per le occasioni piú disparate: feste in oratorio, compleanni, matrimoni, inaugurazioni....
 

Il Teatro Di Strada

E' uno spettacolo che si svolge all'aperto, può andare in scena in qualsiasi luogo, non prevede che si paghi un biglietto prima di aver visto lo spettacolo, è fatto di veri Artisti, molto bravi e preparati, coinvolge il pubblico, che diventa protagonista dello spettacolo, ha un copione, ma è pieno di battute e gag improvvisate, non puo mai essere replicato, perché ogni volta è sempre diverso.
Il teatro di strada, una forma di spettacolo che da secoli trasforma in palcoscenico le vie, le piazze, i portici, i sagrati delle chiese, le scalinate, gli incroci, i mercati, e trasforma in pubblico i passanti, le massaie, gli scolari, gli operai, i vigili, i negozianti….un teatro fatto di artisti di ogni genere: conosceremo i mangiafuoco e i fachiri, i clown e gli equilibristi, i giocolieri e i musicisti, i marionettisti e i maghi, i mimi e i madonnari, i funamboli e gli artisti sui tessuti aerei

Palcoscenico in Piazza

Piazze, mercati coperti,  marciapiedi, incroci, cortili, centri commerciali: ogni angolo di paesi e città può diventare un palcoscenico per l’artista di strada. Prima di cominciare lo spettacolo, però l’artista fa sempre un sopralluogo per individuare la posizione migliore: se è un equilibrista avrà bisogno, per esempio, di due punti alla stessa altezza dove fissare il filo su cui camminare. Se è un suonatore o un cantastorie dovrà scegliere un luogo lontano dal rumore del traffico. Un mimo o una statua vivente si accontenteranno di un angolino ben visibile, in una zona affollata, come la piazza di un mercato o la via dello shopping.
Un buon luogo è:
un punto di passaggio delle persone, vicino ad una chiesa, quando però non suonano le campane! Sotto un lampione o vicino a una vetrina illuminata se è buio, un parcheggio o una zona trafficata da auto, dove non si ha un pavimento in pendenza o pieno di buche se si devono fare esercizi acrobatici e di equilibrismo, in caso di pioggia, vicino c’e un luogo coperto dove spostare lo spettacolo.
Un artista di strada usa di tutto per fare spettacolo, anche gli imprevisti. Per esempio, un bar o un negozio di fiori sono utilissimi per improvvisare un numero.

Compagnia dei Saltimbanchi

Con la parola saltimbanchi si indicano genericamente tutti quegli artisti che si esibiscono in strada con numeri comici di equilibrismo e giocoleria. Saltimbanco è una parola di origine medievale e significa letteralmente “saltare in banco”. In origine era un buffone, un ciarlatano che per farsi notare saliva sopra un banco, dove faceva i suoi numeri o proponeva le sue merci miracolose.

Un Cerchio di Fuoco

Dopo aver trovato il luogo adatto per lo spettacolo l’artista deve trasformarlo in un piccolo teatro all’ aperto. Prima di tutto occorre un pubblico; per richiamare l’ attenzione dei passanti l’artista può semplicemente cominciare a prepararsi: tira fuori dalla borsa gli attrezzi se è un giocoliere, si veste se è un clown, si trucca la faccia di bianco se è una statua vivente, fa esercizi di riscaldamento se è un equilibrista.
Oppure può annunciare a gran voce che…LO SPETTACOLO STA PER INIZIARE ..o coinvolgere le persone con giochi e battute. Basta radunare attorno a sè un primo gruppetto di passanti e il gioco e fatto. Molte altre persone ,incuriosite,cominceranno a rallentare,a sbirciare e poi a fermarsi, formando spontaneamente intorno all’ artista un cerchio,in cui normalmente gli adulti stanno in piedi. Ma i bambini piccoli come fanno a vedere lo spettacolo? Spesso sono invitati a sedersi davanti,in prima fila, oppure a salire in galleria, sulle spalle di mamma e papa.
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Attenti al Drago.... Mangiafuoco

é l’artista di strada per eccellenza,anche perché  dove potrebbe giocare con le fiamme senza rischiare di provocare un incendio se non all’aperto? Tutti lo conoscono con il nome mangiafuoco,anche se la sua abilità è quella di sputare il fuoco. Lo sputafuoco è come un drago: fa uscire dalla sua bocca lunghe fiamme. Ma come fa a non bruciarsi la lingua? Perché il fuoco in realtà non sta dentro la sua bocca: per produrre la fiamma beve (senza ingoiarlo però) un liquido infiammabile, oppure “mangia” polveri (lycopodium), che poi “sputa” su una torcia accesa provocando una spettacolare fiammata. Il mangiafuoco, invece, riesce a spegnere una torcia infuocata infilandosela in bocca. Come faccia resta un segreto, che confiderà solo ad un aspirante mangiafuoco..
il mangiafuoco più celebre, quello delle avventure di Pinocchio in realtà faceva un mestiere diverso  da quello che indicava il suo nome: era il padrone di un teatro di marionette e preferiva mangiare cosciotti di montone da cuocere usando le marionette come legna da ardere.
Attenzione attenzione
Sputafuoco e mangiafuoco sono maghi potentissimi che si sono allenati per anni prima di diventare dei draghi.
Vietatissimo imitarli!!!
I trasgressori saranno immediatamente inceneriti.

Musici, Giocolieri e Saltimbanchi

Una Musica Tutta da Vedere

  La musica è molto importante nel teatro  di strada, perché più di ogni  alta cosa  ha  il  potere  di attrarre l’ attenzione  dei passanti. Durante le tipiche parate che  inaugurano festival o manifestazioni di teatro di strada, in cui  sfilano tutti i protagonisti dello show,i suonatori sono sempre in prima fila e talvolta formano una piccola e simpatica orchestra che sceglie come palcoscenico una scalinata.
Il suonatore più tipico che si esibisce per le strade è il Tacabanda, che prende il nome dal suo particolare tamburo portato a tracolla.
In strada troviamo anche violinisti, flautisti,cantanti che si accompagnano con la chitarra e magari imitano artisti famosi. E ancora ,suonatori peruviani o boliviani,  vestiti con tipici abiti colorati che soffiano in pifferi di legno di svariate dimensioni.
Altri suonatori, un tempo assai diffusi, ma che ora stanno scomparendo,  sono gli zampognari : vestiti con abiti da pastori  durante le feste di Natale suonano per le strade zampogne,pive e cornamuse.
  
ONE MAN BAND
 O “uomo orchestra”, ovvero un musicista che da solo riesce a suonare contemporaneamente numerosi strumenti:una grancassa che tiene sulla schiena, un’armonica a bocca agganciata sulle spalle(oppure un sax,dei fischietti),una chitarra a tracolla,una serie di timpani e sonagli sistemati sui suoi piedi, o anche sul suo capello. L’one man band non si limita  a suonare, ma fa battute e scherzi, un po’ come  i clown. A volte questi artisti si esibiscono in coppia: allora si che l’ orchestra è al completo!
Un grande attore comico tedesco,Karl Valentin(1882-1948)si definiva clown musicale: si divertiva a inventare pazzi strumenti musicali,tra cui uno molto particolare che da solo sembrava un intera orchestra e comprendeva taburi,trombe,triangoli,tastiere…